0.1: Nominativo e accusativo
Riprendiamo l’esempio visto nell’introduzione:
- Grammaticus discipulum laudat
“Il maestro elogia lo studente”
Come si è detto, è la terminazione -us (caso nominativo) che identifica grammaticus come il soggetto, e la terminazione -um (caso accusativo) che identifica discipulum come complemento oggetto. Analogamente, la terminazione -t ci dice che il verbo laudat è alla terza persona singolare. L’ordine delle parole, invece, non ha alcuna influenza su sintassi e significato, che rimane lo stesso se modifichiamo la frase in discipulum grammaticus laudat, grammaticus laudat discipulum, laudat discipulum grammaticus, e così via. L’ordine delle parole può servire a modificare stile e livello espressivo di un’espressione, e quindi alla fine è anch’esso da tenere in considerazione per giungere a una buona traduzione; ma in questo corso per lo più lo ignoreremo.
Nominativo e accusativo non identificano soltanto soggetto e complemento oggetto, ma anche tutto ciò che ad essi si riferisce. Quindi il nominativo si usa per:
- soggetto, ad es. ‘Cicerone accusa Catilina’
- complemento predicativo del soggetto, ad es. ‘Cicerone fu eletto console‘ (per lo più con verbi passivi, come appunto ‘fu eletto’)
- nome del predicato, ad es. ‘Cicerone è console‘ o ‘Cicerone diventa console‘ (con verbi copulativi, come appunto ‘essere’ o ‘diventare’)
E l’accusativo per:
- complemento oggetto (‘I Romani eleggono Cicerone’)
- complemento predicativo dell’oggetto (‘I Romani eleggono Cicerone console‘)
Non tutti i nomi latini hanno le terminazioni -us al nominativo e -um all’accusativo. Queste due terminazioni sono tipiche di un ampio gruppo di nomi definito seconda declinazione, che comprende nomi per lo più maschili (lupus, filius, Vergilius, dominus, deus, ecc.: il significato di questi nomi è piuttosto evidente per la loro somiglianza con i corrispettivi nomi italiani) ma anche alcuni femminili (lo sono ad es. tutti i nomi di alberi, come fagus ‘faggio’ e platanus ‘platano’). La prima declinazione ha nominativo e accusativo che terminano rispettivamente in -a e -am, e comprende per lo più nomi femminili (puella ‘ragazza’, domina ‘padrona’, familia ‘famiglia’ ecc.) ma anche alcuni maschili (ad es. poeta e pirata, dal significato evidente).
1a decl. | 2a decl. | |
Nom. | -a | -us |
Acc. | -am | -um |
Gli aggettivi assumono lo stesso caso (nominativo / accusativo), lo stesso genere (maschile / femminile) e lo stesso numero (singolare / plurale) del nome a cui si riferiscono. Per il momento, semplificando molto, diciamo semplicemente che hanno la stessa desinenza: ad esempio lupus malus ‘il lupo cattivo’; puella bona ‘la brava ragazza’; e così via.
Quanto ai verbi, per il momento useremo soltanto la terza persona singolare del presente indicativo, caratterizzata dalla terminazione -t: ad es. laudat, ‘lui/lei elogia’; dicit, ‘lui/lei dice’; audit, ‘lui/lei sente’; est, ‘lui/lei è’; facit, ‘lui/lei fa’; e così via.
NOTA BENE: il latino classico non possiede l’articolo: spetta a chi traduce inserire eventualmente un articolo determinativo (il, lo, la, i, gli, le) o indeterminativo (un, uno, una) in modo appropriato al contesto.