1.3 Piuccheperfetto e futuro secondo; legge dell’anteriorità

1.3 Piuccheperfetto e futuro secondo; legge dell’anteriorità

Modificando il tema del perfetto tramite l’aggiunta di suffissi temporali, si formano altri due tempi dell’indicativo: il piuccheperfetto e il futuro secondo.

Piuccheperfetto

Il piuccheperfetto corrisponde al trapassato prossimo italiano (“avevo lodato”), e si forma in tutte e quattro le coniugazioni aggiungendo al tema del perfetto il suffisso -ĕra- seguito dalle desinenze personali:

1a coniug.2a coniug.3a coniug.4a coniug.sum
1a s.laudāv-ĕrammonŭ-ĕramleg-ĕramaudīv-ĕramfu-ĕram
2a s.laudav-ĕrasmonu-ĕrasleg-ĕrasaudiv-ĕrasfu-ĕras
3a s.laudav-ĕratmonu-ĕratleg-ĕrataudiv-ĕratfu-ĕrat
1a pl.laudav-erāmusmonu-erāmusleg-erāmusaudiv-erāmusfu-erāmus
2a pl.laudav-erātismonu-erātisleg-erātisaudiv-erātisfu-erātis
3a pl.laudav-ĕrantmonu-ĕrantleg-ĕrantaudiv-ĕrantfu-ĕrant

Futuro secondo

Corrisponde al futuro anteriore italiano (“avrò lodato”), ma come vedremo il latino lo usa con molta maggiore frequenza dell’italiano; per lo più lo si può tradurre con il futuro semplice (“loderò”). Si forma in tutte e quattro le coniugazioni aggiungendo al tema del perfetto il suffisso -ĕri- seguito dalle desinenze personali (ma alla 1a persona sing. la -i del suffisso cade davanti alla -o della desinenza personale):

1a coniug.2a coniug.3a coniug.4a coniug.sum
1a s.laudāv-ĕromonŭ-ĕroleg-ĕroaudīv-ĕrofu-ĕro
2a s.laudav-ĕrismonu-ĕrisleg-ĕrisaudiv-ĕrisfu-ĕris
3a s.laudav-ĕritmonu-ĕritleg-ĕritaudiv-ĕritfu-ĕrit
1a pl.laudav-erĭmusmonu-erĭmusleg-erĭmusaudiv-erĭmusfu-erĭmus
2a pl.laudav-erĭtismonu-erĭtisleg-erĭtisaudiv-erĭtisfu-erĭtis
3a pl.laudav-ĕrintmonu-ĕrintleg-ĕrintaudiv-ĕrintfu-ĕrint

La legge dell’anteriorità

L’italiano tende ad usare il futuro semplice per tutte le azioni future, anche quando esse avvengono in tempi diversi: ad esempio, in “quando verrò a Roma ti vedrò” l’azione di “venire a Roma” precede logicamente quella di “vederti”, ma ambedue sono espresse con lo stesso tempo. Il latino, invece, usa il futuro secondo o anteriore per l’azione che viene prima, e il futuro semplice per la successiva: cum (= “quando”) Romam venero, te videbo. Traducendo dal latino in italiano, è naturalmente possibile mantenere questa differenziazione, e dire “quando sarò venuto a Roma ti vedrò”, ma è molto più naturale usare due futuri semplici.

Allo stesso modo, il latino è più rigoroso dell’italiano nel rispettare l’anteriorità rispetto al presente (usando il perfetto) e rispetto al passato (usando il piuccheperfetto). Traducendo in italiano, sarà spesso possibile mantenere la sequenza dei tempi latini, ma in vari casi sarà anche possibile o raccomandabile appiattire le differenze. Ad es.:

  • Si cometa apparuit, omnes videre cupiunt (= “Se compare una cometa, tutti vogliono vederla”, piuttosto che “se è comparsa una cometa, tutti vogliono vederla” come in latino: presente cupiunt / perfetto apparuit)
  • Postquam ille discesserat litteram tibi scripsi (= “Dopo che lui se ne è andato, ti ho scritto una lettera”, piuttosto che “dopo che lui se ne era andato ti ho scritto una lettera”, come in latino: perfetto scripsi / piuccheperfetto discesserat)

Come al solito, prima di eseguire gli esercizi di traduzione con correzione automatica abbinati a questa lezione fate pratica di flessione usando, nella pagina Strumenti di questo sito, l’esercizio “flessione verbale / forme attive“. E’ bene anche che continuiata a fare pratica con l’esercizio “dal perfetto al presente“.